Arnica montana, la pianta officinale dalle proprietà lenitive, antiinfiammatorie e analgesiche
L’Arnica montana è una pianta officinale spontanea e perenne che appartiene alla famiglia delle Asteraceae...
Identikit della pianta
- Nome comune: Arnica
- Famiglia: Asteraceae
- Benefici: ha proprietà lenitive, antiinfiammatorie, analgesiche e anti-ecchimotiche nei casi di contusioni e distorsioni; apporta benefici alle mucose della pelle, alle emorroidi e ai disturbi muscolari e articolari
Come si presenta la pianta di arnica montana?
L’Arnica montana è una pianta officinale spontanea e perenne che appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Alta tra i 20 e i 60 centimetri, ha una rosetta di quattro foglie basali e ovali, è riconoscibile grazie ai suoi fiori dalla forma simile alle margherite, ma più grandi (6-8 cm), di colore giallo-arancione e raccolti in grossi capolini solitari1. Il suo stelo è di colore verde chiaro, coperto di peli ghiandolari molto odorosi e ha foglie abbastanza spesse e ricoperte da una peluria in grado di riflettere la luce per proteggere la pianta dalle ustioni e respingere i palati sensibili degli animali erbivori.
L’Arnica montana ama il suolo acido, siliceo e non calcareo e cresce prevalentemente in alta montagna a un’altitudine di oltre 800 metri e in tutte le zone montuose dei Vosgi, delle Alpi, del Massiccio Centrale, dell'Ardèche, dei Pirenei e dell'Aveyron.
Quando si raccoglie l’arnica montana?
Il periodo di raccolta dell’Arnica montata varia in base alla fioritura della pianta e generalmente inizia il 1° giugno e termina intorno al 20 luglio. Sono le regioni in cui cresce e le condizioni climatiche a determinarne la fioritura, perciò i raccoglitori esperti dovranno rispettare le cadenze imposte dalla natura e seguire geograficamente il ritmo vegetativo. Preservare le caratteristiche della pianta e rispettare la biodiversità della specie è importante e proprio per questo motivo è necessario seguire delle tecniche adeguate di raccolta.
Le origini della pianta officinale arnica montana
Totalmente ignorata dagli antichi perché non cresce se non in alta montagna, fu descritta per prima volta da Santa Hildegard von Birgen nel trattamento di contusioni ed ecchimosi e venne chiamata “pianta per il traumatizzato”1. Soltanto a partire dal XV secolo, l’Arnica iniziò ad apparire nei testi medici. Alla fine del 1500, il botanico tedesco Tabernaemontanus la segnalò contro le ferite e successivamente, nel 1678, venne celebrata come “panacea lapsorum”, ovvero panacea dei traumi1. In passato, era utilizzata in caso di shock oppure come sedativo nelle forme da stress, nell’arteriosclerosi e nell’arteriospasmo per l’azione sedativa generale ed elettiva sul sistema arterioso e sul cuore2.
Ad oggi, diverse sono le teorie sull’origine del nome di questa pianta officinale. Generalmente si pensa che la parola “arnica” sia una distorsione del greco "ptarmiké" che significa "ciò che provoca starnuti", in quanto la radici ed i fiori hanno un effetto starnutatorio.
Quali sono i benefici di arnica montana?
In tutta la pianta di Arnica montana sono contenute le sostanze attive che le conferiscono proprietà lenitive, antinfiammatorie, analgesiche ed anti-ecchimotiche2.
L’uso classico e moderno più accreditato è quello esterno, per via topica e su cute integra. L’Arnica opportunamente diluita viene impiegata principalmente contro le ecchimosi conseguenti a contusioni e distorsioni, in quanto facilita il riassorbimento dei coaguli sottocutanei, poiché stimola la circolazione nella parte contusa attraverso una leggera revulsione locale2. Le preparazioni a base di Arnica montana vengono utilizzate con successo anche nelle numerosi affezioni delle mucose e della pelle e possono rappresentare un valido supporto nel trattamento delle emorroidi e per lenire i disturbi muscolari e articolari di natura reumatica e gli edemi da frattura2.
Curiosità sull’arnica montana
Nella tradizione popolare la pianta officinale di Arnica montana è conosciuta anche come “Tabacco di montagna”, in quanto le foglie essiccate venivano usate come tabacco dalle popolazioni delle montagne2.
1 - Brigo B., L’uomo, la fitoterapia, la gemmoterapia, Tecniche Nuove, Milano 2000
2 - E. Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove, Milano 2004