Ficus carica, la pianta protettrice dello stomaco
Il Fico (Ficus carica) appartiene alla famiglia delle Moracee. Conosciuto sin dall’antichità come dono degli dèi...
Identikit della pianta
- Nome comune: Fico
- Famiglia: Moracee
- Benefici: protegge lo stomaco
Il ficus carica
Il Ficus carica, comunemente noto come Fico, appartiene alla famiglia delle Moracee. Conosciuto sin dall’antichità come dono degli dèi e considerato simbolo di abbondanza, rappresenta uno dei primi alimenti delle popolazioni mediterranee.
Come riconoscere il ficus carica
Il Ficus carica è una pianta originaria dei paesi mediorientali e in particolare della Siria, Arabia e Turchia. È un albero che può raggiungere fino ai 10 metri di altezza, presenta foglie grandi, rugose e spesse e una corteccia liscia di colore grigio cenere. Il Ficus è una pianta sensibile alle temperature troppo rigide che predilige i terreni calcarei e sassosi.
Proprietà e benefici del ficus carica
Il Ficus carica viene generalmente utilizzato in un'ampia gamma di disturbi legati all'apparato digerente e neurovegetativo1.
In particolare, questa pianta contiene2:
- Enzimi digestivi
- Mucillagini
- Vitamine
- Zuccheri
- Oligoelementi
Il Ficus carica può essere considerato il rimedio delle manifestazioni psicosomatiche, in particolare della sfera digestiva, regolarizzando la motilità e la secrezione gastrointestinale3. In particolare, si utilizzano le gemme fresche raccolte durante la primavera, che agiscono sulle mucose digestive dello stomaco e del duodeno regolandole e riducono la pirosi (sintomo principale del reflusso gastroesofageo) e dispepsia (difficoltà di digestione, pesantezza di stomaco ecc..)2.
"Quante gocce di Ficus carica devo prendere?”
La quantità e il momento della giornata in cui prendere questo prodotto è diverso per ciascun individuo: i professionisti della salute sapranno individuare la modalità ottimale con cui assumere il Ficus carica secondo le specifiche necessità.
1- B. Brigo, L’uomo, la fitoterapia, la gemmoterapia, Tecniche Nuove 1° Edizione, pag.309
2- F. Piterà, Compendio di gemmoterapia clinica, De Ferrari Editore 1994, pag. 423-424
3- E. Campanini, Manuale pratico di gemmoterapia, Tecniche Nuove 1° Edizione, pag.76